L’orecchio parla, sussurra e a volte urla attraverso segni che possono essere compresi e interpretati con l’Auricologia. Tecnica riflessa in grado di riportare l’equilibrio energetico, perché l’orecchio attraverso alcuni segni particolari da indicazioni su dove siano gli squilibri o le mancanze.
Forme rudimentali di trattamenti auricolari le ritroviamo presso gli egiziani, i greci e i romani, gli arabi-ottomani dell’XI secolo. La conoscenza di questa tecnica giunse fino al ‘700 ‘800 ma si perse per lungo tempo.
La storia moderna dell’Auricologia è strettamente legata al nome di Paul Nogier. Medico francese di Lione che, partendo dall’osservazione di come alcuni suoi pazienti affetti da sciatalgia fossero guariti grazie a una curiosa pratica terapeutica che prevedeva la cauterizzazione dell’orecchio esterno, si avvicinò a questo metodo, iniziando egli stesso a cauterizzare e poi stimolare il padiglione auricolare. Nel 1956 Nogier individuò sull’antelice la rappresentazione del rachide. Egli ipotizzò che esistesse una corrispondenza tra punti auricolari e le diverse parti del corpo (somatotopia auricolare). Nel padiglione infatti si poteva riconoscere l’immagine di un feto rovesciato. Contemporaneamente agli studi di Nogier, l’Auricologia si è sviluppata in Cina seguendo in questo caso i concetti propri della Medicina Tradizionale Cinese. Cioè mettendo in correlazione i diversi organi con punti nell’orecchio. Questa tecnica è un valido aiuto al lavoro di Operatori del Benessere o di altre figure professionali ma può essere imparato e usato da chiunque sia interessato al benessere.