La tesi di Monica Lolli “Floriterapia e gravidanza” illustra brillantemente le possiblità che si aprono con la Tecnica metamorfica.

Questa tecnica nasce alla fine degli anni ’50 a cura del naturopata Robert St. John, che inizialmente studiò in modo approfondito le diverse scuole di riflessologia plantare. Grazie a notevoli doti intuitive, creò poi una mappa personale dei punti riflessi, rendendosi conto che siamo noi stessi a creare stress e blocchi responsabili dei nostri malesseri. Osservò anche che tali blocchi non si manifestano solo sul riflesso dell’organo fisico nel piede, bensì anche su quello della colonna vertebrale. Perciò, l’applicazione della Tecnica metamorfica del piede, che in realtà si estende anche alla mano e alla testa, verte quasi interamente su sfioramenti lungo il riflesso spinale della colonna . Non si tratta di un massaggio nel vero senso del termine. “La Tecnica Metamorfica è un approccio semplice verso la trasformazione e la realizzazione del proprio potenziale creativo.”

Confronto di tecniche

“Ciò che distingue la Riflessologia plantare dalla metamorfica è che la prima tecnica provoca dei cambiamenti nel corpo, sul piano fisico; la seconda invece lascia che sia la forza vitale ad operare il “mutamento” nel ricevente. Il praticante, lasciando da parte i disturbi fisici, lavora sempre sullo schema prenatale (la colonna vertebrale è messa in relazione con il periodo di gestazione), in quanto area che rappresenta l’epoca in cui le nostre forze e le nostre debolezze si sono inizialmente stabilite. Poiché il periodo di gestazione fa parte del passato, ne consegue che il lavoro della Tecnica Metamorfica riguarda quel tempo: ma il tempo non è qualcosa di lineare e gli eventi del passato sono ancora con noi. “Allentando la struttura del tempo, la forza vitale del paziente può modificare le caratteristiche formatesi nel passato (che sono ancora attive) e scioglierle, creando così una maggiore libertà interiore.” (“Il Massaggio che trasforma” Gaston Saint-Pierre, Debbie Boater Edizioni Mediterranee).”

Cambiamenti

“Con questo metodo si possono produrre dei cambiamenti ai vari livelli: mentale, emotivo, comportamentale ed anche fisico. In sintesi, può essere usata da chiunque desideri un cambiamento nella propria vita.”

La pratica

“Molto importante è l’atteggiamento che il praticante deve assumere. Egli deve fungere da catalizzatore. Quanto meno è coinvolto, tanto più è un buon catalizzatore. La ragione per cui nella Tecnica Metamorfica si sfiorano testa, mani e piedi è che queste tre aree di comunicazione con l’esterno corrispondono alle tre azioni primarie:

pensiero – azione – movimento

Ciò spiega perché si lavora specialmente sui piedi: il nostro avanzare nel mondo parte da essi. I piedi  corrispondono alla qualità essenziale del movimento e sono espressione del nostro radicamento nella vita.”

Come si pratica:

“Cominciando dunque dai piedi, la pratica prosegue su mani (azione) e testa (pensiero). Si attua un leggero sfioramento, tramite i polpastrelli delle dita o del pollice, lungo il riflesso della colonna vertebrale, dall’alluce al tallone. Il movimento può essere circolare oppure vibrazionale; l’importante è lasciarsi guidare dall’istinto delle proprie dita…”

L’apprendimento è facile, si può acquisire la tecnica frequentando il corso tenuto da Agnese Cammelli.