Parole e cura sono un binomio indissolubile per un naturopata.
All’inizio del nostro cammino impariamo avidamente dalle parole dei libri di testo sulla naturopatia, impariamo dai tanti libri scritti dai nostri docenti e da quelli che ci consigliano di leggere. Poi nella pratica di incontro dei nostri primi clienti mettiamo in campo un approccio di ascolto attivo delle parole e pratichiamo la consapevolezza per la scelta delle nostre parole per poter accogliere le persone senza giudizio e con amorevolezza.
La scelta delle “giuste” parole concorre a costruire un legame significativo tra il naturopata e il cliente, ecco perché a questo apprendimento dedichiamo molte lezioni, durante l’arco del triennio, con più docenti.
Poi ci sono le poesie.
Le poesie sono esse stesse una forma di cura, tanto che nel 1928 Eli Greifer, poeta e farmacista, fu il primo a utilizzare la parola poetry therapy, letteralmente terapia della poesia. Arte che evoca emozioni, le spiega e le racconta alla nostra mente ma soprattutto al nostro cuore. Lunghe, corte o musicate le poesie hanno un potenziale di guarigione che si libera in letture individuali o collettive. Grazie alle poesie possiamo trovare le parole per raccontare le nostre afflizioni, per condividerle e alleggerirle.
Tanti tanti libri
Non siamo i soli ad amare i libri e le parole. Succede a tanti di avere persino più libri di quelli che riescono a leggere e quando poggiamo lo sguardo su quella pila che ci aspetta non ci sentiamo in colpa, bensì rassicurati. Ci sono ancora tante cose da scoprire su come prenderci cura dei nostri clienti e la nostra passione è tanta.
In Giappone esiste una parola tsundoku che descrive questo fenomeno: impilare libri che lasciamo ad aspettarci per un po’ di tempo. Affascinante!
“Anche quando non si possono leggere, la presenza dei libri posseduti produce una forma di estasi: l’acquisto di più libri di quanti se ne possano leggere è nientemeno che un tentativo dell’anima di avvicinarsi all’infinito. Apprezziamo i libri anche se non li abbiamo letti, il solo fatto di saperli vicini ci fa sentire comodi. Solo saperli disponibili ci trasmette sicurezza”.
Alfred Edward Newton