Rosmarinus officinalis, il nome latino di questa pianta, molto comune nelle nostre tavole, la lega strettamente al mare. Secondo alcuni deriverebbe dalle parole “ros” rugiada e “maris” del mare, anche se c’è chi sostiene che “ros” derivi da “rhus” arbusto e quindi arbusto del mare. In ogni modo il colore dei suoi fiori ricorda i mari più delicati.

Al rosmarino sono legati i simboli della rinascita e dell’immortalità. Nell’Ottocento, nelle campagne del bolognese, si pensava che i suoi fiori, posti a contatto con la pelle, all’altezza del cuore donassero la felicità.

La distillazione della pianta, in corrente di vapore, permette di ottenere un olio essenziale di tre qualità diverse. Chemotipizzato in canfora, 1-8 cineolo e verbenone. Le differenze sono determinate da una diversa esposizione al sole, clima, areale o altitudine. Conoscere il chemotipo di un olio essenziale è molto importante perché può avere una diversa attività e tossicità. ROSMARINUS OFFICINALIS

 

La raccolta ha luogo da maggio a novembre. Gli antichi greci e romani intrecciavano corone di rosmarino per i loro dei. Persino nelle tombe egizie sono stai rinvenuti resti di questa pianta aromatica ritenuta sacra. In alcuni paesi del meridione la sposa porta ancora oggi il rosmarino nei capelli per avere fortuna, inoltre è il simbolo della fedeltà e dell’affidabilità.

Il primo olio eterico di rosmarino fu prodotto da Arnaldus de Villanova cavaliere dei templari nell’anno 1300 circa. Pane miele e fiori di rosmarino sono una buona merenda primaverile. Appartiene alla famiglia delle Lamiaceae o Labiate, ricca famiglia di piante contenenti preziosi oli eterici usati in cucina, profumeria, erboristeria e liquoreria.