Nelle sua tesi conclusiva del percorso di studio: “Un lavoro in corso…”, Maria Angela Rostellato  analizza con sensibilità e profondità il malessere della sua cliente. Durante gli studi ha acquisito tutte le conoscenze per poter  insegnare alla sua cliente un approccio costruttivo al benessere.

Incontrarsi

“Luna in primo momento, ed è comprensibile, è agitata nel parlare. Proseguendo ha un atteggiamento più rilassato, ma il tono di voce è in prevalenza basso e nasale e nel momento del ricordo della nonna materna è diventato più soffocato e afflitto. Le si inumidiscono gli occhi fino a scendere le lacrime, che in questo momento hanno una funzione liberatoria nel riportare alla luce qualcosa rimasto nel profondo e non metabolizzato.

Spesso come sistema di difesa, tendiamo a reprimere le cose, ma esse rimangono latenti dentro di noi, e dal suo sguardo capisco che è consapevole di quanto questa relazione con la nonna materna, abbia influito nel crearsi sensi di colpa. Il senso di prostrazione le impedisce di condurre un’esistenza piena, anzi la porta a un peggioramento delle relazioni. La mancanza di forze può infatti preludere anche nelle relazioni sociali limitando il suo raggio d’azione a muoversi sempre meno, diventando sedentaria. Questa situazione però indebolisce sempre di più il corpo che è fatto per il movimento. Era la prima volta che ne parlava e perciò che dire, grazie per la fiducia! Penso che anche il mio atteggiamento da osservatrice e ascoltatrice abbia influito nel lasciarsi andare. In questo ruolo mi son sentita bene, è stata una prova anche per me, perché di solito ho la tendenza a interrompere. Che dire… terapia nella terapia!

Osservare

Riallacciandomi ad alcune frasi più volte ripetute come “la mia malattia”, mi sembra ci sia la tendenza a identificarsi con essa come se non esistesse altro in lei, creando nel tempo un circolo vizioso. Anche “non mi riconosco” appare molte volte e qui mi ricordo la lezione di psicosomatica, quando l’insegnante parlando del sistema immunitario ci disse “ sistema immunitario = conosci te stesso?” sintesi socratica, l’ho trovato geniale. E ancora quando il nostro insegnante di corpo umano, persona creativa e ironica mi disse “ io ti dico come stanno le cose, non il perché. Solo quando tutti insieme ci impegneremo per vincere il Nobel, allora avremo il perché …”, risata generale.

Confrontare

Questo ricordo m’invita a mostrarle il libro del corpo umano e a farle notare la similitudine tra l’immagine anatomica del cervello e quella dell’intestino, e come le circonvoluzioni celebrali assomiglino alle anse intestinali. Anche per quanto riguarda le funzioni presentano delle analogie. Infatti, il cervello assorbe stimoli e impressioni dall’esterno, ne trattiene una parte sotto forma di memoria e cognizione, ed elimina l’altra sotto forma di sogni e “pensieri di scarto”. L’intestino, in modo analogo, riceve il cibo, ne filtra una parte che andrà ai vasi sanguigni, ed elimina la parte residua in forma di feci. È un organo che esprime non solo funzioni viscerali, ma anche istinti e pulsioni che sono alla base del nostro essere. Non a caso l’intestino è chiamato “secondo cervello”, contiene milioni di cellule nervose che comunicano attraverso neurotrasmettitori proprio come fa il cervello. La serotonina, ormone del buon umore, è prodotta in gran parte nell’intestino. Alto e Basso si rispecchiano. Il sistema immunitario per circa l’80% si trova nel nostro intestino e continuamente dice: “Ti conosco, non ti conosco” (self-non self), attivando risposte per il nostro bene. La barriera intestinale deve essere integra in buona forma e i batteri buoni (microbiota) devono essere in numero maggiore dei batteri cattivi perché tutto ciò influenza il nostro stato di salute. Siamo fatti in gran parte di batteri in continua lotta. Possiamo sostenere i batteri buoni con un’alimentazione sana, il movimento fisco, coltivando interessi e pensieri semplici <…>.

Suggerimenti per il benessere

Che cosa fare nei momenti di ansia? Per Luna la risposta è davanti a me: un fiore! Il suo vero nome è  un fiore che la può sostenere proprio nei suoi momenti di preoccupazione. La proposta di associare il fiore del suo nome a un rito che la faccia stare meglio, le piace molto! “Il nome, una voce sulla terra, uno scritto nel cielo”. Un’altra cosa da fare quando ansia o rabbia arrivano è scaricarle sul cuscino… tecnica che funziona! Ora per l’insonnia come la posso aiutare? Beh prima di tutto tre gocce di olio essenziale bio di lavanda che ha un’azione rilassante da mettere dentro l’ombelico o sul cuscino.

Prove tecniche di visualizzazione

A occhi chiusi respirare lentamente, poi immaginare di essere su una terrazza da cui partono delle scale che scendono verso il basso… sono belle e invitanti. Mentre scendi conta i gradini e i passi… Scendi tra suoni e profumi, fino ad arrivare in un luogo magico e silenzioso in penombra, non vedi distintamente, ma ne senti i profumi e i suoni piacevoli. È un’atmosfera di quiete e serenità. Resta in questo spazio esplorandolo, finché trovi un angolo quieto in cui fermati a riposare. Nulla ti può disturbare e ti senti in pace e al sicuro… Luna si è rilassata

Il benessere si vede dal mattino

Appena svegli, prima di alzarsi, bisognerebbe ispirarsi al gatto stirando braccia e gambe con movimenti lenti perché muscoli e strutture di giunzione sono “freddi”. Poi bisognerebbe bere a digiuno ½ litro d’acqua, meglio se tiepida. Procedere poi con la “spazzolatura”, una pratica che consiste nel massaggiare il proprio corpo con una spazzola rigorosamente in fibre naturali. Questa tecnica è stata introdotta a metà dell’Ottocento dall’abate tedesco Sebastian Kneipp, igienista e fondatore dell’idroterapia. Attraverso la stimolazione del sistema ghiandolare e linfatico, migliora la circolazione sanguigna, elimina i gonfiori, contrasta la cellulite, tonifica la pelle rendendola più compatta ed omogenea, stabilizza la peristalsi e la funzionalità renale ed epatica, rilassa i muscoli, distende il sistema nervoso, aumenta le difese immunitarie, regolarizza il ciclo circadiano e accresce il livello energetico. Dopo questa breve spiegazione gliela insegno abbinando il respiro: inspirare, espirare creando un  movimento di flusso e riflusso. Durante questi atti respiratori posso pronunciare parole d’amore verso me stessa : “mi dispiace, mi perdono, grazie e mi amo”. Ora siamo pronti per una bella colazione. Per fare tutto questo ci vuole poco tempo, è più lungo a dirsi che a farsi!

Un lavoro in corso…