La Rosa di Damasco appartiene alla famiglia delle rose damascene, regina tra le rose. Come tutte le regine ha tanti nomi e origini antiche a tratti fiabesche e oscure. Un racconto sulla Rosa di Damasco potrebbe iniziare proprio con un “C’era una volta…” come le storie delle principesse. È presumibilmente figlia di tre varietà: la Rosa gallica, la Rosa fedtschenkoana e la Rosa moschata.
Tra i suoi nomi “Rosa trigintipetala” indica il numero di 30 petali che la caratterizza, oppure “Rosa Kazanlic” indica la zona di provenienza in Bulgaria da cui discende anche il nome di “Rosa bulgara”, e potremmo continuare ma ci fermiamo per non svelare completamente la magia che racchiude in sé.
Apprezzata anche da un punto di vista ornamentale, il suo massimo potenziale lo esprime da sempre per la preziosità del suo contenuto in oli essenziali tanto da farla essere la “Rosa dei profumieri“.
Un fiore davvero prezioso!
Per ottenere un chilogrammo di olio essenziale sono necessarie circa tre tonnellate e mezzo di fiori (tremilacinquecento chili di petali) raccolti appena schiusi tra le 4 e le 9 del mattino. L’olio essenziale viene ottenuto con un processo di distillazione in corrente di vapore e un chilogrammo di essenza può costare dai 3000 ai 5000 euro e oltre a seconda della quotazione di mercato. Un fiore di rosa trigintipetala pesa cinque grammi e facendo un rapido calcolo si arriva agli 800.000 fiori necessari per un chilogrammo di essenza, un numero enorme che ci restituisce tutta la dedizione e la passione per godere del suo sublime odore!
Dai fiori oltre all’estrazione in corrente di vapore che serve per ottenere l’olio essenziale, può essere utilizzata un’altra metodica: l’estrazione con solvente. Con questa procedimento si ottiene prima una massa solida detta “concreta” e poi per diluizione con etanolo e successiva evaporazione del secondo solvente “l’assoluta”, usata in profumeria e non per scopi terapeutici.
La Rosa Damascena e la MTC
Per questa ultima parte del nostro articolo ci rifacciamo alle parole del professor Minelli intervistato dal professor Sangiorgi nella nostra rubrica “Naturopatia è cultura”
Ci aveva stupiti la Rosa inserita nel movimento Metallo e così dal professor Minelli abbiamo imparato che:
“Dentro alla Rosa c’è un po’ di Fuoco del Cuore e quindi con l’energia del Fuoco del Cuore essa riesce a riequilibrare tutto, quindi può collocarsi in nessun movimento in particolare.”
Dove può essere applicata?
“Io la uso soprattutto in punti del capo, del torace o dell’addome. Però so di colleghi che la usano, per esempio in tutte le zone del torace e del dorso come punto di stimolazione del Cuore di tutti gli organi.”
Ne parla in particolare nell’elaborazione del lutto:
Abbiamo bisogno di un momento di coccola, di un momento in cui siamo ripresi nel grembo della madre che ci riporta a quella salvezza e quella nutrizione che si ha durante la nascita per affrontare forse la più tragica delle verità che può capitarci di incontrare, che è la morte. (…) Ci vuole Cuore per affrontare la tristezza, per affrontare la paura.
E questa coccola ce la può dare solo la grande regina dei fiori: la Rosa di Damasco.