Silvia Malagoli nel suo elaborato finale, “Ricominciare a fluire“,  della Scuola di naturopatia di Centro Natura ci racconta la storia del suo cliente e del percorso fatto insieme che ha portato, attraverso un processo di consapevolezza e conoscenza di sé, a intraprendere insieme un cammino verso il benessere.

 

Comincio questa storia citando una frase della canzone “Imparare dal vento” dei Tiromancino:
“…ricominciare a fluire.”

Questa frase mi ha colpita molto, lasciandomi un’emozione nel corpo.
Quante volte ci siamo dovuti mettere davanti ad una scelta, come davanti a un bivio, chiedendoci:
“È giusto o è sbagliato?”
Pensando a cosa diranno gli altri, a fustigarci la mente, aggrovigliarci l’intestino?

Tra noi e l’esterno, costruiamo muri di cemento che si sbriciolano al primo urto o costruiamo muri di seta adattabili e morbidi.

Per chi e per cosa applichiamo questi atteggiamenti di difesa?

Le emozioni sono l’unica ragione che ci fa sentire vivi: rabbia, gioia, tristezza, paura e preoccupazione sono meccanismi che permettono la nostra sopravvivenza in questo mondo e continuamente ci scontriamo con essa in ogni istante della nostra vita. Mi immagino una serie a catena di scontri, di emozioni che rimbalzano. Tra tutte le persone, per non parlare delle emozioni che si scontrano all’interno di noi. Una catena di ripetizione. È possibile rompere questo schema? È possibile che tutto ciò possa semplicemente accadere senza giudizi, senza preconcetti, senza aspettativa? Riuscire ad essere qui ora, lasciando scorrere, lasciando fluire le emozioni, essere l’emozione in quel momento piuttosto che non esserlo. Per questo motivo ho scelto questa frase, “ricominciare a fluire”.

Si ricomincia sempre tutta la nostra vita è un ricominciare da zero, da un grande vuoto alla moltitudine. E poi chi l’ha detto che la vita deve per forza avere un inizio e una fine?

(…)

Voglio iniziare questo racconto con una premessa, Stefano mi è stato molto caro fin dall’inizio, la sua storia mi ha toccata in quella che è stata la mia storia negli ultimi anni. Mi ha fatto da specchio per molti aspetti, quindi il lavoro si è concentrato su entrambi e non solo su di lui. Questa storia non parlerà solo di Stefano, ma parlerà anche di me e posso dire oggi, dopo sette mesi, di essere riuscita, con la collaborazione di entrambi, a trovare una strada, un percorso che sembra viaggiare su un terreno più gioioso e consapevole. Ma andiamo all’inizio di quello che era un sentiero. Andiamo a sette mesi fa. Il ragazzo si chiama Stefano, 28 anni di statura, media, capelli e occhi scuri, la carnagione chiara, quasi pallida.

Alle presentazioni la mano era calda al tatto, mi sembra fragile, ma allo stesso tempo una stretta molto accomodante. Il suo modo di parlare era agitato, con una forte gesticolazione delle mani e i miei occhi caddero su di esse, le osservavo, notai delle dita molto lunghe, mi sembravano dei rametti agitati dal vento. Infatti, durante la conversazione mi comincia a raccontare di una delle sue passioni, ovvero suonare il pianoforte, ho voluto farmi una domanda su tale corrispondenza: mani agitate come rami al vento, suonare il pianoforte.

(…) ricominciare a fluire

“Per essere quello che vuoi essere, non c’è limite di tempo, ricomincia quando vuoi.
Puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo.
Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio,
spero che tu possa vivere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgoglioso della tua vita e se ti accorgi di non esserlo spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.”

Dal film “Il curioso caso di Benjamin Button”

Conclusione di un cammino ricominciare a fluire

Posso dire che oggi Stefano è molto più consapevole di che cosa gli accade, di come il suo corpo si comporta e di come i suoi pensieri e sentimenti possono influenzare il corpo. Stefano, sta imparando a osservarsi nell’insieme del tutto, sapere di avergli fatto vedere una via, o comunque di avergli aperto delle porte è davvero gratificante.

(…)

È chiaro che ci vuole tempo per un riequilibrio del corpo, ma intanto sono soddisfatta del lavoro svolto fino a oggi. Con lui è stato bello iniziare questo viaggio ultra-stimolante sotto ogni punto di vista. Sono riuscita a trasmettere informazioni, dargli punti di vista differenti sull’alimentazione, sulla cultura cinese, tanto da essersi iscritto in questi mesi a Qi Gong, ritrovando un momento per sé stesso durante la settimana. Un suo rito personale.
Sta imparando ad amarsi, a vedersi, ad ascoltarsi e ad accettarsi. Questo mi rende il cuore davvero pieno di gioia perché sono partita con un obiettivo con lui, ovvero un ricominciare da capo, ripartire da zero. E così è stato. Con tutte le difficoltà iniziali oggi Stefano gode di una salute migliore e di una consapevolezza di sé maggiore.
Nella mia storia questi mesi affrontati con lui mi hanno fatto ripercorrere quella che era stata la mia strada verso un cambiamento, Ho potuto guardarla dall’esterno con occhi diversi.
Stefano ha saputo darmi una nuova visione di quello che pensavo fosse stato un evento tragico e per questo lo ringrazio.
Abbiamo sempre da imparare da chi ci sta di fronte, cambiando il modo di vedermi sono riuscita a cogliere di cosa aveva veramente bisogno Stefano: amore per se stesso.

Silvia